Ospedale unico, la Fondazione ‘accarezza’ l’ipotesi Carle
Fulvio Moirano, presidente del CdA, invita a stringere i tempi: ‘Studio di fattibilità entro due mesi’. I soldi ci sono, ma il rischio è che la nuova struttura lasci CuneoI finanziamenti si possono trovare, ma i tempi per decidere il destino dell’ospedale di Cuneo sono stretti: è l’avvertimento che arriva ai politici cuneesi riuniti nella Commissione temporanea speciale del Comune da Fulvio Moirano, presidente del CdA della neonata Fondazione per l’ospedale Santa Croce e Carle.
Moirano, ex direttore generale della sanità piemontese, è stato anche per lungo tempo direttore dell’azienda ospedaliera cuneese, che ha guidato tra il 1996 e il 2007 in una fase di delicata transizione. Un nome di peso nel settore sanitario italiano che torna nella sua città adottiva nel momento in cui da Torino sembrano spirare venti di cambiamento difficili da governare per il capoluogo della Granda.
Non è più un mistero, infatti, che nelle stanze dei bottoni torinesi si discuta anche di un possibile accorpamento tra gli ospedali di Cuneo, Fossano, Savigliano e Saluzzo. Un’eventualità che suscita parecchi malumori nelle ‘quattro sorelle’ e rispetto alla quale Cuneo si è in qualche modo voluta premunire costituendo in ottobre una sua fondazione ospedaliera. ‘Premunire’ per modo di dire, beninteso, giacché come osserva Moirano “Cuneo è stata forse l’ultima tra le grandi città del Piemonte ad attivare una fondazione ospedaliera, forse perché ha pensato che l’ospedale si difendesse da solo”. Un’illusione in cui i bogianen della città sull’altopiano non possono però più cullarsi. Il tema più caldo sul tavolo della Fondazione è inevitabilmente quello del nuovo ospedale: “È evidente che una serie di inefficienze gestionali potrebbero essere ridotte se esistesse un’unica struttura” ammette Moirano. Già, ma dove? Il Comune non si è ancora espresso ma una soluzione, più delle altre, assume consistenza: quella di unificare gli attuali due poli sanitari in un nuovo complesso a Confreria.
“L’area del Carle - spiega l’ex direttore generale - ha un vantaggio enorme, quello di essere per intero di proprietà dell’ospedale e con spazi potenzialmente acquisibili attorno”. A suo tempo l’opzione era stata prima vagliata e poi accantonata perché si riteneva che gli spazi attuali non fossero sufficienti, ma una ricostruzione del complesso di Confreria sembra comunque più plausibile rispetto alle possibilità di individuare una sede sull’altopiano. Il punto è che, come si diceva, il tempo stringe. Nella finanziaria in corso di approvazione ci sono gli stanziamenti necessari, assicura Moirano, ma “chi non è pronto corre il rischio di non prenderli”. Occorre quindi presentare al più presto uno studio di fattibilità: se ricevesse luce verde, la Fondazione garantirebbe di poterlo fare entro un paio di mesi, anche perché non avrebbe bisogno di ricorrere a una gara.
In caso contrario c’è il rischio che da palazzo Lascaris le leve burocratiche e finanziarie si muovano in un’altra direzione, anche perché già oggi il bacino ospedaliero è piuttosto decentrato: dalla città di Cuneo provengono non più di 7-8mila dei 36mila ricoveri effettuati ogni anno dal Santa Croce e Carle. Tuttavia, dalla parte dei cuneesi gioca una tradizione importante: “Il Santa Croce è il secondo polo sanitario del Piemonte dopo le Molinette, davanti anche a Novara che è un ospedale universitario. E questo nonostante i fondi per gli investimenti si siano ridotti a poco più di un decimo rispetto ai dieci milioni annui del 2000”.
La Fondazione è già al lavoro per attivare nuovi canali di fund raising, sull’esempio di quanto realizzato tra Langhe e Roero per finanziare il nuovo ospedale di Verduno: “Siamo arrivati alla soglia degli 80mila euro con le prime donazioni dei soci fondatori. Ma puntiamo a incrementare il numero dei partecipanti, ovvero le aziende e i soggetti privati che possono aderire con un contributo minimo di 5mila euro”. Mercoledì 11 il presidente della Regione Alberto Cirio sarà in visita al Santa Croce insieme all’assessore Luigi Icardi. Per la Fondazione sarà una prima occasione di incontro con i due politici albesi, che tengono nelle loro mani buona parte del destino dell’ospedale di Cuneo.
Andrea Cascioli
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