Residenti di Cuneo vecchia in rivolta contro la movida: ‘Troppi schiamazzi e poco distanziamento’
‘Musiche ritmate dai toni bassi, vociare a volumi elevati, cori da stadio all’una del mattino’ lamenta il comitato di quartiere del centro storicoC’è chi dice no, parafrasando il titolo di un vecchio successo di Vasco Rossi. L’atteso ritorno alla normalità, dopo i mesi di isolamento nell’emergenza sanitaria e di silenzio spettrale nelle strade, ha portato con sé il riaccendersi di un dibattito che ormai ogni estate divide la popolazione cuneese.
A dar fuoco alle polveri è una lettera aperta firmata dalla presidenza del Comitato centro storico a nome di tutto il quartiere: “Noi residenti o domiciliati nel centro storico di Cuneo lamentiamo il disagio prodotto dai molti locali pubblici aperti fino a notte” esordisce lo scritto.
Il comitato precisa di non voler esprimere un sentire intrinsecamente contrario alla cosiddetta movida, “anzi riteniamo che abbia contribuito a vivacizzare l'intero centro e a renderlo più sicuro, vivibile, gradevole”. Non è quindi una dichiarazione di guerra ai locali, spiegano i residenti, ma a una certa degenerazione dell’intrattenimento serale: “Ciò che ci offende è l'estremizzazione irresponsabile del ‘divertimento’ con musiche ritmate dai toni bassi, vociare a volumi troppo elevati con improvvisi scoppi di risate o applausi o vere urla, cori da stadio all'una del mattino durante o dopo le partite sportive trasmesse in diretta... E, in sovrappiù, nessun rispetto delle regole di distanziamento per la prevenzione Covid”.
“Chiediamo alla Municipalità e alle Forze dell'ordine che il nostro legittimo sonno venga salvaguardato” concludono i responsabili del comitato, domandando agli esercenti “la responsabilità di non incitare bensì calmierare i propri avventori, affinché l'intera comunità possa vivere in pace e soddisfazione”.
La questione, come si è detto, va avanti ormai da tempo. Lo scorso anno i gestori del Nuvolari (nel frattempo chiuso a dicembre 2018), dell’Osteria dei Colori e della Birrovia avevano concordato il pagamento di una multa davanti al gip Alberto Boetti. Dopo è stata la volta del ristopub Lucertolo’s di vicolo Quattro Martiri, il cui gestore è stato chiamato a rispondere di disturbo della quiete pubblica in seguito alla denuncia di un gruppo di vicini. In tutti questi casi i fatti oggetto di contestazione risalivano all’estate 2017.
Ma il post-Covid, con l’ampliamento o l’installazione di numerosi dehor e il ritorno di giovani e meno giovani ad affollare i tavolini in via Roma, via Dronero, piazza Boves e non solo, pare aver riproposto tale e quale il consueto dilemma. Segno che forse non “andrà tutto bene”, ma che un po’ della sua “normalità” il capoluogo all’ombra della Bisalta lo ha già riguadagnato.
Andrea Cascioli
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