''Sulla commemorazione dei morti delle Foibe è stata fatta propaganda ideologica''
Ci scrive un lettore che replica alle considerazoni di Denis Scotti del Comitato 10 febbraio sull'incontro tra i presidenti di Italia e SloveniaRiceviamo e pubbilichiamo la replica del signor Germano Modena alle considerazioni di Denis Scotti in merito all'incontro tra i Presidenti di Italia e Slovenia.
Non bastava la propaganda ideologica tramite i mezzi di informazione (GR Nazionali), che sostanzialmente hanno detto che il Presidente Mattarella ha incontrato il Presidente Sloveno per commemorare i morti italiani nelle foibe per mano dei partigiani sloveni comunisti e anche 4 sloveni condannati a morte da un tribunale speciale fascista.
Occorreva che il signor Scotti in una lettera da voi pubblicata rimarcasse questo squilibrio, precisando che i 4 Sloveni erano per di più dei sediziosi.
Quindi parrebbe che gli Sloveni, per di più comunisti, abbiano perpetrato un numero di crimini di migliaia di persone in più rispetto agli Italiani (brava gente). Le cose non stanno affatto così, e il signor Scotti omette di ricordare la politica di "assimilazione" degli Slavi, iniziata addirittura prima del fascismo. Già il 19/7/1920 fu incendiata e distrutta la sede delle associazioni slave a Trieste (il Narodni Dom, che l'Italia sta ora per restituire alla disponibilità degli Sloveni) in rappresaglia all'uccisione di due militari italiani (e uno slavo) a Spalato, e questa operazione punitiva causò due morti. Per chi vuole andare oltre la propaganda c'è questo breve e chiaro opuscolo dell'Istituto Storico della Resistenza di Trieste https://www.irsml.eu/presentazioni/688-vademecum-per-il-giorno-del-ricordo-aggiornato nonché la Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena, che aveva come obiettivo dichiarato "Un tentativo di costruire una memoria storica condivisa dopo un secolo di tragiche contrapposizioni", reperibile al sito https://www.isgrec.it/confine_orientale_2018/materiali/relazione%20commissione%20mista.pdf.
Redazione
CUNEO lettera - Foibe - Al direttore